Te piace o presepe?

Fra Terra e cielo è stato un tentativo di sperimentare un modo diverso di fare le cose. Farle insieme e farle bene con una logica ed una organizzazione da spettacolo teatrale. Giorno dopo giorno uomini e donne  hanno lavorato fianco a fianco, hanno condiviso e gioito nel costruire insieme un’identità che era propria di quel quartiere. Hanno cucinato per chi si fermava a lavorare nell’orto fino a tardi. Hanno portato da bere e hanno cucito vesti per oltre duecento figuranti. Hanno accudito asini e vitelli. Hanno costruito un villaggio ed incanalato acque. A volte, si sono scontrati duramente senza mai  perdere di vista l’obbiettivo finale: “Si va in scena il 26” e il 26 dicembre c’è stato il debutto. Figuranti e tecnici hanno fatto rivivere su quel fondo la rappresentazione della nascita di Gesù. Hanno animato un quartiere e ospitato la città fra le piante secolari di ulivo della galleria. Oggi sento la mancanza di quel presepe. Sento la mancanza di quella frase che ha fatto la storia della più famosa commedia tragicomica scritta da Eduardo De Filippo e che più volte ho sentito dire con orgoglio da molti dei figuranti durante l’allestimento del presepio della Galleria: “Te piace o’ presepe?“.

Luca Cupiello, il protagonista della commedia “Natale in casa Cupiello” attende con ansia l’arrivo delle feste di Natale per poter preparare il presepe. Vorrebbe che tutti amassero il suo presepe come lui e fa di tutto per prepararlo in maniera perfetta, come ha fatto Pino Procopio a Soverato, ma la magia di quel presepe sembra che sia stata un’esperienza unica ed al momento irripetibile. Sono passati in tanti al presepe del quartiere Poliporto ed alcuni hanno avuto piacere a mostrarsi vestiti da pastori o ancor prima su una scala ad inchiodare le tavole della grotta di Gesù Bambino…”U vidisti alu sindacu ca ‘nchiova comu a nuatri ” si sentiva fra gli ulivi. Il popolo del presepe ha accolto ed ha condiviso momenti di aggregazione con chi avrebbe affrontato la tornata elettorale di lì a qualche mese. Lo stesso popolo che in campagna elettorale ha partecipato alla lectio magistralis in economia del futuro sindaco presso i locali di un noto stabilimento balneare della nostra città. Il quartiere ha risposto bene al presepe ed anche alla richiesta di quel pastore con il martello in mano che a distanza di un anno ha solo accolto Babbo Natale e purtroppo non  il laico bambinello povero. Cosa è successo in questi 365 giorni trascorsi? Cosa non ha funzionato per far sì che si passasse da un evento unico ad un evento istituzionalizzato? Come nella prima scena dell’opera di Eduardo, sembra che sia mancato l’interesse al presepio inteso come laboratorio. Come accadde a Luca Cupiello che inizia a litigare con la moglie per quella colla che ha bisogno di essere calda per  ricostruire il presepe anno dopo anno.  Anche a Soverato si è freddata la colla e si sa quando la colla si fredda non si può costruire nulla.

 

 

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